- «Il tenore americano si è presentato in ottima forma e ha cantato con piacere tutta la serata. Particolarmente emotivo è stato il passaggio dell’Otello verdiano Dio mi potevi scagliar, in cui ha brillato in modo speciale, come pochi giorni fa sul palcoscenico del Teatro Real». José M. Irurzun (Opera World).
- «Se il pubblico alla fine del recital si è alzato in piedi, con applausi a non finire, è perché tutti gli interpreti coinvolti hanno rappresentato l’opera in maniera eccellente.(…) Gregory Kunde che, soprattutto nella seconda parte, da quella zona di pienezza sonora nell’acuto, e con la passione e il cuore magnanimo, ha emozionato e commosso con il suo Pagliacci (Leoncavallo) e il suo Otello finale (…)». Teo Baldos (Noticias de Navarra)
- «Terminare un recital con il pubblico in piedi, entusiasta, dopo un colossale Nessun dorma. Questo è sicuramente il sogno di qualsiasi tenore che si rispetti. Gregory Kunde –sulla nostra copertina lo scorso mese di luglio- ci è riuscito giovedì scorso nell’auditorio Baluarte del capoluogo della Comunità autonoma di Navarra, dopo aver sfoggiato il suo repertorio e il suo strumento attuale, forgiato con molta diligenza; una contrastata efficacia tecnica e un pizzico di miracolo. (…) Ma il tenore statunitense può avere già oggi la coscienza tranquilla: si è conquistato un meritato posto nella storia della lirica. E non solo per essere stato l’unico tenore nella storia a cantare in una stessa stagione i due Otello, quello di Verdi e quello di Rossini. Kunde è molto di più di un tenore eccellente: la sua biografia si innalza già oggi come una lezione di umanità. Il suo è inoltre un esempio compiuto di sogno americano; è un uomo fatto da sé, a cui nessuno ha regalato assolutamente nulla. (…) Il concerto è stato degno degli applausi dall’inizio alla fine, e la citata ovazione dopo il Nessun dorma offerto come bis non ha fatto altro che confermare le gesta. Alejandro Martínez (Platea Magazine)